Sì alla legge “defibrillatori in ogni luogo”

Luglio 2021

APPROVAZIONE ALL’UNANIMITÀ «UNA NORMA ATTESA DA VENT’ANNI

Defibrillatori nei luoghi pubblici, a lavoro, nelle piazze. Arriva il via libera definitivo dalla Commissione Affari Sociali della Camera in sede legislativa alla legge che prevede la diffusione dei defibrillatori nei luoghi pubblici e di lavoro e percorsi formativi nelle scuole. Ad anunciare l’approvazione del provvedimento è il sottosegretario alla Difesa Giorgio Mulé, promotore dell’iniziativa, che parla di una «legge attesa da 20 anni in Italia che da sempre ho definito “salva vita” perché permetterà appunto di salvare migliaia di vite ogni anno, di diffondere cultura di prevenzione e primo soccorso. Oggi è stato colmato un vuoto normativo tutto italiano».

Via libera in via definitiva dalla Commissione Affari Sociali della Camera in sede legislativa la legge che prevede la diffusione dei defibrillatori nei luoghi pubblici e di lavoro e percorsi formativi nelle scuole.

Ad annunciare l’approvazione del provvedimento è stato il sottosegretario alla Difesa Giorgio Mulé, promotore dell’iniziativa, che parla di una “legge attesa da 20 anni in Italia che da sempre ho definito ‘salva vita’ perché permetterà appunto di salvare migliaia di vite ogni anno, di diffondere cultura di prevenzione e primo soccorso. Oggi è stato colmato un vuoto normativo tutto italiano”.

Una vittoria anche per Progetto vita, che ha fatto di Piacenza la provincia più cardioprotetta in Europa, diffondendo l’installazione dei defibrillatori nelle strade, nei condomini, sulle auto della polizia e delle guardie giurate, nelle aziende, negli impianti sportivi. Una battaglia portata avanti da Daniela Aschieri, primario di cardiologia di Castel San Giovanni e ora di Piacenza, che nel giugno 2019 illustrò il progetto alla Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati. “E’ un successo della collettività, un segnale che è stato recepito il nostro impegno a favore dei cittadini e della loro salvaguardia – spiega Aschieri – con questa legge cambia la consapevolezza e si recepisce il messaggio che chiunque, anche senza uno specifico corso, è in grado di utilizzare il defibrillatore per salvare la vita a una persona colpita da arresto cardiaco. Un ringraziamento va ad Anpas di Piacenza, che sul nostro territorio, si è impegnata a diffondere la cultura del defibrillatore e con la quale avvieremo una campagna di maggiore sensibilizzazione sul tema”. Nel territorio piacentino sono presenti 1.085 defibrillatori e, da quando Progetto Vita è nato, sono state salvate 130 persone.

Cosa prevede la legge
La legge prevede novità rilevanti finalizzate a rafforzare il primo soccorso in caso di arresto cardiaco come l’obbligo dell’introduzione a scuola dell’insegnamento delle manovre di rianimazione cardiopolmonare, l’obbligo per le società sportive professionistiche e dilettantistiche di dotarsi di defibrillatori, uno stanziamento di 10 milioni di euro per la diffusione nei prossimi cinque anni dei DAE in luoghi molto frequentati come aeroporti, stazioni ferroviarie, porti, scuole e università e sui mezzi di trasporto (aerei, treni, navi).

Novità anche nel Codice Penale
La legge introduce importanti aspetti di novità anche all’interno del codice penale italiano: “Si prevede che in situazioni di emergenza, qualora si assistesse ad un evento di arresto cardiaco e si avesse la possibilità di utilizzare un defibrillatore automatico o semiautomatico, non vi sarà più alcun rischio di dover eventualmente rispondere penalmente per eventuali manovre errate nell’utilizzo dello strumento stesso. Si tratta di consentire a chiunque si ritrovasse in uno stato di necessità nel dover utilizzare il defibrillatore in contesti extraospedalieri, di poter agire anche laddove il soggetto non fosse adeguatamente formato al suo utilizzo”, spiegano i promotori.

La legge stabilisce che, in assenza di personale sanitario o di personale non sanitario, ma formato sul primo soccorso, anche i cittadini comuni, che non hanno ricevuto una formazione specifica, siano autorizzati a utilizzare i DAE.

“La nuova legge sui defibrillatori automatici esterni rappresenta una tutela per la vita e la salute delle persone perchè introduce elementi che migliorano il primo soccorso in caso di arresto cardiaco”, osserva Andrea Scapigliati, past president e membro del consiglio direttivo di IRC, Italian Resuscitation Council, società scientifica senza scopo di lucro e riconosciuta dal Ministero della Salute che unisce medici e infermieri esperti in rianimazione cardiopolmonare e che ha contribuito alla definizione dei contenuti della legge grazie alle audizioni in Commissione Affari Sociali della Camera.

“È importante che si arrivi a un’applicazione rapida ed efficace del testo di legge attraverso, per esempio, l’introduzione di criteri uniformi per la diffusione dei DAE nei luoghi pubblici e negli impianti sportivi, la creazione di una mappa nazionale geolocalizzata dei DAE che permetta di individuarli rapidamente grazie alle applicazioni per cellulari e l’avvio della formazione a scuola. È obiettivo di IRC continuare a collaborare con le istituzioni per la sensibilizzazione e la formazione dei cittadini sul primo soccorso”, aggiunge Scapigliati.

Ogni anno in Italia 60 mila arresti cardiaci
In Europa si verificano ogni anno circa 400.000 arresti cardiaci (60.000 in Italia) e si stima che solo nel 58% dei casi chi assiste intervenga con le manovra salvavita (massaggio cardiaco, ventilazioni) e nel 28% dei casi con il defibrillatore. La percentuale di sopravvivenza è dell’8%.

Molte di queste innovazioni sono presenti anche nelle nuove linee guida europee sul primo soccorso recentemente aggiornate e pubblicate da European Resuscitation Council (ERC), di cui IRC è parte, sulla base delle raccomandazioni di International Liaison Committee on Resuscitation (ILCOR). IRC sta curando la traduzione in italiano del documento. La nuova legge colloca pertanto l’Italia all’avanguardia sul piano della riforma del primo soccorso.

Articolo quotidiano_Libertà